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L’ambiente è a rischio a causa dell’estrazione di nanoparticelle da tessuti rivestiti da esse? Un approccio nanotossicologico

Una delle applicazioni più promettenti delle nanotecnologia è la possibilità di rivestire i tessuti con nanoparticelle (NPs) metalliche e di ossidi di metalli. Questa applicazione consente di produrre tessuti antibatterici e inoltre contribuisce nella prevenzione dell’insorgenza di infezioni in varie situazioni della vita di tutti i giorni.

È stato proposto che in un futuro tutti i tessuti presenti negli ospedali siano antibatterici e per raggiungere tale obiettivo è essenziale che lenzuola, pigiami, camini, tende, federe siano antibatterici.

Tuttavia anche abiti prêt-a-porter, specialmente articoli d’abbigliamento sportivi e calze, sono già prodotti con l’utilizzo di ‘nanotessuti’ antibatterici. Durante i cicli di lavaggio, tuttavia, tali tessuti possono rilasciare in acqua contaminanti, presentando quindi una minaccia per la qualità dell’acqua e della vita, oltre ad introdurre una ulteriore preoccupazione per quanto riguarda la gestione del trattamento delle acque reflue. Lo scopo del progetto è quello di prevenire questo scenario, preservando quindi la qualità dell’acqua e minimizzando i costi per il trattamento dei reflui. Tale obiettivo può essere raggiunto sviluppando tecniche intelligenti di rivestimento con NPs antibatteriche, in associazione con la minima estrazione possibile di nanomateriale tossico. Le aspettative sono che questo scopo possa essere raggiunto attraverso la misurazione del rilascio di nanomateriali e della tossicità dei tessuti antibatterici prodotta da diverse NPs e tecniche che aiuteranno i ricercatori ad identificare la tecnologia più eco-sostenibile capace di minimizzare i costi necessari per la depurazione dell’acqua.

I ricercatori Israeliani si occuperanno della preparazione dei tessuti rivestiti con NPs antibatteriche e valuteranno la loro efficienza sull’attività microbica, mentre i ricercatori Italiani valuteranno la dissoluzione in acqua delle NPs, tenendo conto delle condizioni abituali con cui solitamente vengono lavati questi prodotti. Inoltre, andando ad esaminare gli effetti ecotossicologici, sarà possibile verificare se i danni sono dovuti sia dalle NP estratte, sia dagli ioni rilasciati. Questo ultimo aspetto è fondamentale quando si considera lo studio del trattamento dei reflui derivanti da processi legati al settore delle nanotecnologie, in quanto i sistemi utilizzati dalle piante per il trattamento delle acque reflue nella rimozione degli ioni metallici, o della loro controparte nano particellare, possono essere completamente differenti.

L’approccio multidisciplinare, garantito dalla collaborazione tra il gruppo Italiano e Israeliano, è un valore aggiunto a questo progetto e contribuirà ad un significativo miglioramento negli studi sulla tecnologie dei nanomateriali e sulla nanotossicologia applicata ad un sicuro utilizzo e smaltimento di tessuti rivestiti da NPs.

Unità di Ricerca

Dipartimento di Chimica, Bar-Ilan University, Tel-Aviv, Israel (Prof. Aharon Gedanken)

Dipartimento di Scienze Ambientali e del Territorio, Università di Milano Bicoca, Milano, Italia (Dr. Paride Mantecca)

Fondata da

MAE-MOST (Ministero degli Affari Esteri) “Progetti congiunti di cooperazione scientifica e tecnologica Italia-Israele

Durata

1 Febbraio 2012 – 31 Gennaio 2014